Ospedale “Sant'Alfonso”, dal 1 Gennaio il Pronto soccorso sarà Punto di primo Intervento

(Giuseppe Fortunato da Il Sannio Quotidiano del 21 Novembre 2017)
Quale sarà il futuro del “Sant'Alfonso Maria de' Liguori”? E' l'interrogativo che la Comunità si pone all'indomani dell'atto ufficiale venuto direttamente dalla Regione Campania. Il Governatore Vincenzo De Luca, come noto, ha stabilito con decreto numero 54 del 7 Novembre, nelle sue vesti di Commisario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro del Ssr campano, l'annessione dell'ospedale di Sant'Agata de' Goti al “Rummo” di Benevento. E proprio questo è il primo punto fermo: come viene esposto nel decreto in questione, il “Sant'Alfonso” sarà accorpato al nosocomio di Benevento con decorrenza 1 Gennaio 2018. Annessione che, come specificato nell'atto di De Luca, “è finalizzato alla istituzione di un Polo oncologico presso il presidio Sant'Alfonso”. Il documento, quindi, esprime la chiara e nitida volontà politica di giungere al risultato-Polo ma non è ancora istituore del Polo stesso. Per l'ufficialità bisognerà attendere la revisione del Decreto del Commissario ad acta 33/2016 di riorganizzazione della rete ospedaliera. In attesa di tale passaggio (quali saranno i tempi?) le certezze, come detto, sono quelle relative all'annessione Rummo-Sant'Alfonso. Un'annessione che non potrà significare doppione. E' impensabile che il nosocomio di località San Pietro possa conservare le stesse funzionalità attuali: reparti e personale, in una certa quantità, dovranno necessariamente “migrare” al Rummo. L'utenza locale perderà, per forza, qualcosa. Ma quanto dovrà perdere, anche in termini di strumentazioni? Quanti reparti chiuderanno o saranno ridimensionati in termini di personale e posti letto? In attesa di chiarimenti che verranno dall'atto aziendale che i vertici Rummo dovranno porre in essere entro il 31 Marzo 2018, il decreto 54 fornisce un ulteriore elemento certo: a decorrere dal 1 Gennaio 2018 al “Sant'Alfonso” resterà attivo un Punto di primo intervento (meglio noto come Ppi). L'attuale Pronto soccorso, quindi, si tramuterà in Ppi. Si tratta di un declassamento? Saranno garantite le stesse prestazioni attualmente disponibili in Ps? Da una breve ricerca a mezzo web si ricava come il Ppi, operativo per 12 o 24 ore, sia “struttura atta al trattamento delle urgenze minori e ad una prima stabilizzazione del paziente ad alta complessità, al fine di consentire il trasporto nel Pronto soccorso più appropriato”. La sensazione più che nitida, in definitiva, è che il “Sant'Alfonso” dovrà rinunciare a qualcosa. Per avere salvo l'ospedale e scongiurarne la totale disattivazione – ospedale che è obiettivamente schiacciato dai numeri del San Sebastiano di Caserta e da quelli dello stesso “Rummo” – l'unica carta resta quella del Polo oncologico. Se si riuscirà a creare un riferimento per le cure tumorali a Sant'Agata de' Goti questo sarebbe il secondo in tutta la Campania dopo quello del Pascale di Napoli. Un sito specializzato che contribuirebbe all'abbattimento delle generali liste d'attesa e darebbe visibilità alla cittadina potendo rappresentare anche una buona spinta per l'economia locale. Ma sia chiaro: Polo oncologico e Sant'Alfonso, nella sua attuale versione, non potranno neppure lontanamente coesistere.

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