Le ali tarpate del Sannio



Sannio, l' oasi è un pò meno felice. Molti parametri in rosso, troppi campanelli d'allarme. Situazione rimediabile, tuttavia, ma occorre solerzia e, soprattutto, tanto impegno. Cominciamo dalla città capoluogo.  Un report sulla qualità della vita, anno di riferimento 2010, vide Benevento assestarsi - nella speciale graduatoria - al 94esimo posto su 104 città. Risultato non certo encomiabile che, tuttavia, fu guardato più con scetticismo che con la dovuta e giusta attenzione. Quasi che - parametro Napoli sullo sfondo - i guai di casa propria si volesse ridimensionarli, piuttosto, a semplici problemini. Il 2011 - proseguendo - non è stato avaro di gatte da pelare per la città di Benevento. Abbiamo sobbalzato guardando l' incubo rifiuti che ci si parava innanzi col sequestro di Piano Borea. L' acqua, poi, scendendo di qualche gradino nella scala della gravità che, secondo indagini di una apposita rivista scientifica, sarebbe stata ai limiti della potabilità. Con Mirko Francesca che si è affrettato a sostenere l'esatto  contrario; tuttavia, alla luce della diatriba, dubitiamo che i beneventani sorseggino con disinvoltura acqua di rubinetto. Ed ancora, sono piovuti altri dati che non hanno certo risollevato l' umore cittadino: quello sull' infedeltà fiscale - che colloca Benevento sul secondo gradino del podio nazionale, peggio solo di Agrigento - e quello relativo al 19esimo posto tra le città più indebitate d' Italia. Infine, la quotidianità che racconta di attrazioni turistiche svilite a parcheggio ed a bagni pubblici - alla faccia dell' UNESCO. Rimanendo in tema, vi è solo da dolersi per lo sconfinato patrimonio    archeologico ed artistico, estratto dal suolo sannita che nei musei locali, però, mai solo per un attimo si è affacciato.Capitolo criminalità. I furti non mancano, così come i parcheggiatori abusivi. Ma - cosa realmente preoccupante - sono i non rari episodi di attentati incendiari. In provincia pare che le cose non vadano meglio. Secondo uno degli ultimi rapporti semestrali della Dia (Direzione Investigativa Antimafia) al Parlamento, riferentesi alla seconda metà del 2010, i casalesi dilagherebbero, ormai, in Valle Telesina, avendo avuto la meglio sugli altri sodalizi criminali, loro ex alleati. L' attività degli inquirenti, infatti, avrebbe appurato che la maggior parte delle ditte che nell’ ultimo periodo hanno partecipato a gare d’appalto a Telese, San Salvatore e Solopaca sono quasi tutte riconducibili a personaggi affiliati al cartello di Casal di Principe. Ma, tralasciando gli estremi del crimine, è la generale carenza di servizi a lasciare l' amaro in bocca - e tanta rabbia - ai sanniti. Eclatanti, in merito, i tagli nel settore trasporti - che hanno restituito il territorio agli anni '30 del'900 - e quelli sul fronte giustizia - Guardia Sanframondi docet. Tanti lati neri per una realtà che, invece, avrebbe solo da risplendere della splendida simbiosi di natura e storia che la caratterizza. Le potenzialità, quindi, finiscono per restare quasi in toto inespresse, come ali tarpate. A quanto una nuova alba?

Commenti