Genova, le colpe di tutti


Il letto del Bisagno colmo
di rifiuti e vegetazione
Genova 2011, la morte arriva con la pioggia. Non una pioggia comune - questo è certo - ma un fenomeno dalla rara forza e violenza. Ed è ancor vero che quel diluvio ha riversato sulla città della lanterna una quantità d' acqua pari a quella che normalmente cade in quattro mesi. Tuttavia, riesce difficile concepire come tre ore di acqua si siano portate via sei vite umane. Che - sommatesi alle altre nove registratesi alle Cinque Terre - erigono una tragedia dalle proporzioni apocalittiche. Roba da altri tempi, da altre latitudini.  Tanto più inconcepibile e generatrice di rabbia in un contesto, quale quello della nostra penisola, avvezzo a simili sfaceli. Atrani, Giampilieri, Veneto, Cervinara, Sarno-Quindici rappresentano solo alcuni dei capitoli di uno dei tanti libri neri della storia italiana. Una storia che non conosce la prevenzione, che ignora i campanelli d' allarme, che non impara dai precedenti. Sarno, in tal senso, non ha insegnato nulla. Rispetto alla fase antecedente la tragedia campana, l' unica novità risiede nella puntuale attività informativa posta in essere dalla Protezione civile. Ma, aldilà di questo, nulla è cambiato. Si è continuato a costruire in zone ad altissimo rischio - addirittura nell' alveo dei fiumi. Si è continuato in una scellerata attività di disboscamento in nome del dio cemento, si è continuato a non aver cura di quei corsi d' acqua che - fitti di boscaglia e di rifiuti di ogni genere - non sono in grado di contenere e trasportare verso il normale deflusso a mare le acque montane. Quale la prossima Genova? Chi sarà il prossimo morto a morire annegato, intrappolato tra auto ammassate come quelle dei giocattoli? Quale la città dove vedremo navigare autobus e motorini a mò di barchette?  E' la Campania - dicono -  ad essere ad altissimo rischio, non solo per 'colpa' della natura. Ci sarà una prossima Genova, ci saranno prossimi morti. Ci saranno nuove polemiche, si riempiranno i contenuti di giornali e talk show. Ci saranno nuove lacrime e nuovi processi, nuove indignazioni e nuove caccia alle streghe. Poi tutto sarà dimenticato e la giostra partirà per un nuovo giro. Questa è l' Italia. L' Italia delle mazzette e delle amministrazioni che, per incrementare la propria clientela, chiudono anche tre occhi, sparpagliando criminali licenze edilizie. E' l' Italia della inciviltà collettiva, che scambia i corsi d' acqua per discariche. Basta inoltrarsi anche nel nostro entroterra per scoprire i letti dei fiumi invasi da materassi, pneumatici, elettrodomestici e carcasse di motorini. La natura violata, invasa in ciò che le appartiene. La natura che, però, finisce sempre per riprendersi ciò che le è stato sottratto.

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